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Press

RAS STAMPA H1small                                    RAS STAMPA H2small

 


 

festival-graphic

april 1994

Something extraordinary going on here- Palestine meets the gig beat in Rome and the first thing springs to mind isn’t rai or anywhere near- it’s Saucerful of Secrets, vintage 1968. But let us not label too rashly: This group produces intelligent, stirring music that shifts easily between Europe, Africa and the Middle East. The line up will please exotic instrument fanciers. As well as violin, bouzouki, drums, flute, sax we have ud, sadz, hurdy-gurdy, mizmar, duff, sagat, mazhar and darabuka, plus electronic keyboards and two very good singers. None of the tracks is less than impassioned, and at least one is nothing short of a classic.
Il Amir, I read on the sleeve as it came surging thorough the headphones, but no, it was more familiar…. good grief! The penny dropped. Come Together. Yes! But so thoroughly rejigged, sung in Arabic, played on Arabic instruments, as to be an altogether new item, if anything adding to the tension and release of the original.
I imagine an intrigued and pleased John Lennon.

Rick Sanders - FOLK ROOTS Magazine - UK

 


 

Folk Bullettin

june 2008

C’è molto di magico in questo disco della formazione interetnica, a partire dal titolo (che si riferisce a un numero dalle valenze soprannaturali in molte culture) per giungere fino alla magica capacità che i sette (!) musicisti hanno di fondere insieme le sonorità occidentali del rock con quelle orientali della tradizione, che ci spinge a classificare 7 nel contenitore dei dischi folk e non in quelli de L’altro suono, nonostante molti passaggi abbiano il piglio del rock e nemmeno di quello più morbido, come per esempio in quello che è forse il loro brano più conosciuto, Il amir, ovvero la beatlesiana Come together, che qui viene riletta e stravolta in una logica di improvvisazioni, riprese e ripartenze forte e convincente. Il disco è una sorta di greatest hits della formazione guidata da David Petrosino, che in quasi vent’anni di attività ha prodotto sette (!) dischi, che però ha l’accortezza di proporre, dei brani già noti ed editi, interessanti versioni live, come nel caso di Haddaie, Famatà, Complete, El deeb, Ala dalaona e la citata Il amir. Costante di Handala è la fusione ad ogni costo e, anche se in qualche caso più forzatamente che in modo naturale, il gioco riesce alla grande. Se poi aggiungiamo che la metafora è chiara e nella volontà di fondere insieme culture musicali diverse si legge un messaggio pacifista, allora non ci resta che augurare alla formazione altri decenni di fortuna e musica fra folk e rock, fra oriente e occidente, ma in pace, colonna sonora del mondo che tutti vorremmo.

Enrico Lucchesi - FOLK BULLETIN - IT

 


 

…è da consigliare a coloro che vogliono scoprire a cosa può portare la voglia di mescolare tradizioni apparentemente distanti con adesione "politica" e intelligenza culturale.
(Antonello Ricci - CHITARRE - IT)

Nel fluire della loro splendida musica, gli Hàndala disegnano l'Utopia necessaria della comprensione e della pace.
E' più che utile ricordare ai disattenti e ai distratti che nel nostro paese, esistono e crescono realtà
culturali e musicali  di grande valore etico e artistico.
Gli Hàndala ci hanno regalato il loro pezzetto di arcobaleno.
Ora sta a noi, tutti insieme, costruire un ponte solido e libero verso il futuro.
(Giancarlo Susanna - MUCCHIO SELVAGGIO)

Un sound di grande impatto e uno spettacolo pieno di energia.
(Fabrizio Zampa - IL MESSAGGERO)

…il progetto di comunicazione globale degli Hàndala,  fatto di una comunione ed elevazione collettiva non più rimandabile.
“Se non adesso, quando?” (Famatà?)
(Federico Mancini - DNA Music)

... Este de certeza um dos grandes discos do ano.
(Joao Lisbia - EXPRESSO – Portugal)

 


 

 

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