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I Pensieri, la Storia

Handala ud smalldi David Petrosino
(dal libretto di "Holom" - 1997)

   Handala, che in arabo significa "amarezza", è il personaggio di un disegno, una striscia del famoso disegnatore palestinese Nagi El Hadi.
   L'idea di fare un disco di musica tradizionale palestinese nasce nel 1989 da Maurizio Paffetti del C.I.Crocevia e da Ketty Tirzi, con tre studenti palestinesi residenti a Roma: Anan Al Shalabi, Bassam A.H. e Hakeem Jaleela.
   Nel mio lavoro di produttore mi sono confrontato spesso con altre musiche cercando di affrontarle con smaliziato rispetto e attenzione; ma qui era diverso. Malgrado la mia conoscenza praticamente nulla della musica araba in generale, da queste melodie popolari e tradizionali eseguite con solo liuto arabo (l'ud) e voci, nasce un immediato punto di contatto, una comprensione più profonda.

   Il lavoro discografico di stampo principalmente sociale e politico di "Handala", inizia a prendere una piega diversa e su "Filistini" nasce per la prima volta l'idea di manipolare una melodia di tipo arabo in maniera libera, e anche volutamente incosciente.

   Traendo spunto dalla necessità di presentare quest’uscita discografica in pubblico, nasce la prima vera formazione del gruppo con Anan, Bassam, Hakeem e Issa Salem, un percussionista libanese, suonano il sottoscritto ed Erasmo Treglia (Acquaragia drom), violinista, polistrumentista, anche lui della Sud-Nord Records.

   La prima uscita è (ma guarda un po') al Folkstudio di Roma. Funziona. Subito dopo in un altro locale romano per la prima volta eseguiamo, tra gli altri, un brano originale di mia composizione e dei ragazzi palestinesi ci raggiungono nei camerini dopo lo spettacolo indicando proprio quel brano tra quelli chi li hanno commossi ricordandogli le atmosfere del loro paese. E' il miracolo.
Da qui inizia un vortice di esperienze; dieci nuovi brani sono pronti in poche settimane; al gruppo liuto, due voci, violino, flauti, tastiere e percussioni si aggiunge un altro percussionista egiziano Mohamed Fares e il sound di vero gioco sul fraintendimento tra musica etnica, rock ed altro è una realtà.

 A pochi mesi dall'uscita di "Handala" è già pronto Amani", che uscirà sempre per la Sud-Nord nel '91.
Gli Handala sono subito gettati nella mischia e iniziano tournée in Italia e in Europa, nei principali Festival di World-Music, in Germania, Olanda, Francia, Inghilterra, Belgio...
   Dopo due anni di attività concertistica, l'esigenza di continuare il percorso di contaminazione e sperimentazione porta a sostituire il settore percussivo con la batteria.

   Da qui e nelle fasi successive mi è capitato, a volte, di trovare delle opposizioni, nei musicisti del gruppo, su alcune mie scelte sonore, ma queste remore sono sempre svanite nel momento operativo, creativo, pratico, magico... Nessuno di noi dimenticherà la sensazione provata durante le sessioni di registrazione di "Raia", quando senza indicazioni preliminari, applicai un distorsore al liuto di Anan per il finale di "Holom": Anan assolutamente coinvolto dal nuovo suono, tirò fuori di getto un assolo memorabile, adeguandosi alla nuova sonorità anche in senso tecnico, "stirando", per esempio, le corde sulle note lunghe in un modo del tutto inesistente nella tecnica del liuto.

   Con Fabrizio Fratepietro alla batteria (con un set inventato appositamente) e Stefano Ribeca ai fiati si realizza, per la Tide Records, il terzo album "Raia".
   L'importanza dell'aspetto politico è sempre stata evidente nei lavori degli Handala, ma era per noi importante farci conoscere ed accettare anche come progetto musicale; se all'estero questo è stato molto più semplice, anche per una maggiore abitudine all'ascolto, in Italia è solo con "Raia" che gli Handala sono riconosciuti nel panorama World-Music come realtà musicale e non solo militante.

   Ognuno dei molti musicisti che ha collaborato al progetto Handala ha vissuto un'esperienza indimenticabile sia dal punto di vista umano che artistico.
   Gli Handala sono sempre stati un gruppo di amici e tutti hanno portato il proprio contributo con spontaneità e libertà, inserendo quindi nel suono del gruppo il proprio bagaglio di rock, tradizione, jazz, e quant'altro, nella continua ricerca di un suono nuovo.

  E' per questo che anche oggi si sente ancora forte la spinta e il desiderio della ricerca di una musica sempre più senza confini.    Grazie Handala.

  (David Petrosino)