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Le origini

handalaColorMinidi Maurizio Paffetti
sulla nascita del progetto Handala
(dal libretto di "Holom" - 1997)

   Nella formazione dell'idealità ci sono pezzi storia e persone che la compongono e che ne fanno la sua base fondante.
Nella storia di alcune generazioni, si sono andate sovrapponendole storie di Paesi e di varie umanità, che ha fatto sì che nomi dal tratto esotico come vietcong, fedajn o di sigle a volte impronunciabili come OLP, Frelimo, MPLA, Tupamaros, ANC e tanti altri acquistassero una determinazione a voler essere soggetti attivi a una trasformazione del mondo.

   La storia degli Handala, in relazione al Centro Internazionale Crocevia, una organizzazione non governativa, che ha tentato di coniugare l'idealità identificandola prima nelle lotte di liberazione poi nella resistenza individuale e collettiva allo sviluppo certificato dal Fondo Monetario Internazionale in onore della globalizzazione, in fondo è stata questa: provare a rendere realizzabile un pezzettino di questa idealità.

   La lotta per il diritto del popolo palestinese è stata uno degli elementi sul quale, nel corso degli anni, una parte del mondo della solidarietà e dell'internazionalismo si è andata confrontando tentando di sostenere una lotta che aveva dell'impossibile per quelle che erano e che sono le forze in campo.
L'approccio di Crocevia al problema veniva dalla voglia di usare gli strumenti che gli erano propri: i progetti di sviluppo, a sostegno di un popolo presente in tutti i Paesi dell'area del Mediterraneo, meno che nel posto del quale effettivamente era, in Palestina.
  La discussione al tempo era: dobbiamo aprire una linea di cooperazione allo sviluppo in Palestina in quell'area definita come Territori Occupati. Con l'Intifada è stato chiaro che esisteva ancora il popolo palestinese nella sua terra, così come era chiaro che era impossibile parlare di cooperazione allo sviluppo su questi territori perché gli equilibri geo-politici tra gli stati non prevedeva questa possibilità.

   La questione palestinese si è sempre caratterizzata nelle discussioni del popolo della sinistra in troppi distinguo e nelle molte paure di essere tacciati di anti-ebraismo e questo era assolutamente speculare alle forze politiche italiane.
   Un'Intifada che assumeva i toni della resistenza di un popolo e nella sua continuità produceva nei mass media e nell'opinione pubblica internazionale un'attenzione fino al momento mai avuta.
Crocevia poneva con forza l'idea di fare cooperazione con il popolo palestinese attraverso i fondi dell'aiuto pubblico allo sviluppo. Decine le consultazioni tra le ONG italiane per fare pressione sul Governo dell'epoca, che vedeva il sen. Giulio Andreotti ministro degli esteri, che si dimostrò possibilista di fronte alla richiesta di aprire alla cooperazione non governativa l'accesso ai fondi dell'aiuto pubblico allo sviluppo. La possibilità ovviamente non aveva nessuna corrispondenza con il concretizzarsi della stessa; di fronte a questo Crocevia assunse la decisione di confrontarsi nell'unica maniera che ritenne possibile, quello dello sciopero della fame di alcuni dei suoi associati.
Questo durò una settimana, conclusosi con l'Assemblea Generale delle ONG che votò un ordine del giorno a sostegno di azioni di cooperazione nei Territori Occupati, eravamo a maggio del 1989 e da quel momento si apriva la strada della cooperazione non governativa in Palestina.

   Un gruppo di studenti palestinesi che di quei tempi animava le feste con una musica approssimata nelle sue sonorità ed era uno dei pochi tentativi di rappresentare attraverso la musica la cultura del popolo palestinese, si propongono grazie alla loro instancabile animatrice Ketty Tirzi per la realizzazione di un album.
   Oltre a David Petrosino ed Erasmo Treglia, devo ricordare Marcello Gianvenuti che ha realizzato le immagini fotografiche ed ha convinto Mario Schifano a fare il disegno della copertina, Franco De Vecchis che ne ha realizzato la grafica, Piero Venti, Mario D'Amicodatri e Claudio Trovato che ne hanno permesso la realizzazione di un videoclip.
   Inoltre non posso fare a meno di ringraziare coloro che dentro Crocevia hanno fatto sì che fosse realizzabile questo progetto: Albina Buttini, Antonio Onorati, Stefano Fedeli, Carla Benelli e Maria Caldara. Per ultimo devo ringraziare Alì Rashid, dell'ufficio dell'OLP di Roma, del quale ricordo ancora la faccia quando gli ho proposto di sostenere la produzione di un CD degli handala, che deve aver pensato che eravamo un po' pazzi, ma forse lo è stato anche lui dandoci il suo assenzo e la Campagna: una gallina per la Palestina, che era parte della campagna di solidarietà legata al primo disco, che ha permesso la realizzazione di un pollaio in un villaggio dei Territori Occupati.

   Alla classica domanda che si fa in questi momenti, se rifarei l'esperienza degli Handala, continuerei a rispondere sì.

(Maurizio Paffetti)